Lo svernamento degli uccelli acquatici nel Lago di Bolsena

In una piccola zona umida della Finlandia meridionale, a maggio inoltrato, una femmina di Moriglione (un’anatra tuffatrice) inizia la cova che la porterà ad allevare i suoi 6-8 piccoli. Il maschio, appena iniziata l’incubazione delle uova da parte della femmina, è già partito per recarsi in zone limitrofe, ben protette e al riparo da possibili predatori, dove svolgerà la muta che lo doterà di un piumaggio nuovo e non abraso e che per 3 settimane lo renderà inabile al volo. La femmina, dopo aver pensato allo svezzamento dei piccoli che in circa 60 giorni si doteranno di un piumaggio adatto al volo, si recherà anch’essa in zone protette per mutare ed assumere “l’equipaggiamento” che consentirà anche a lei, di lì a breve di migrare. Inizia quindi il periodo (fine estate inizio autunno) in cui maschi, femmine e giovani dell’anno occuperanno la maggior parte del loro tempo ad alimentarsi e ad incamerare cibo per aumentare le loro riserve di grasso che costituirà il carburante necessario per volare e coprire lunghe distanze, spesso superiori ai 1.000 km, per arrivare nei loro quartieri di svernamento, le zone umide situate a latitudini più basse, tra cui il nostro lago di Bolsena. Infatti alle latitudini del centro e nord Europa le ore di luce giornaliere inizieranno a diminuire prima che da noi, le temperature notturne ad abbassarsi, le zone umide, a partire da quelle di piccole dimensioni, a ghiacciare e le risorse trofiche non saranno più disponibili per gli uccelli acquatici. L’ipofisi, ghiandola situata alla base del cranio, influenzata dalle ore di luce, inizia a secernere gli ormoni che scateneranno le reazioni fisiologiche che porteranno la specie a migrare per recarsi nei quartieri di svernamento. Quanto sopra descritto, con variazioni riguardo località, modalità e periodi, vale per tutte le specie di uccelli acquatici che scelgono di sostare con oltre 10.0000 individui, durante l’inverno nel nostro lago (svassi, cormorani, strolaghe, anatre, aironi): tutto ciò continuerà ad essere finché esso manterrà le condizioni ecologiche per garantire la presenza delle risorse trofiche, la tranquillità (necessaria per non disperdere preziose energie), gli ambienti per ripararsi, finché il cambiamento climatico non sarà tale che renderà superfluo svernare in altre zone… Sta a noi vigilare sul nostro lago e segnalare qualsiasi tipo di criticità. Inizia con oggi questa rubrichetta ornitologica nella quale, dopo aver descritto per sommi capi il fenomeno dello svernamento, di volta in volta vi faremo conoscere i protagonisti alati che rendono di grande interesse conservazionistico il nostro lago oltreché offrire un possibile motivo di svago per un sano birdwatching.

Enrico Calvario